Istruzione valanghe

22 Dicembre 2012
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Incidente valanga: prevenire e reagire

Ho partecipato poco prima di Natale insieme a una quindicina di appassionati della montagna ad una giornata d’istruzione della Sportiva Palü Poschiavo.

Il tema dibattuto e gli esercizi ruotavano attorno alla semplice domanda: cosa fare concretamente in caso di incidente valanga? Situazione che tutti auspicano di non vivere mai, e se dovesse succedere, di sopravvivere. Il rischio come ben sappiamo c’è quasi sempre e a seconda delle condizioni della neve e dell’esposizione del pendio può essere molto alto. Nel caso scenda una valanga, il soccorso ai travolti è una lotta contro il tempo. Infatti solo nei primi 15 minuti ci possono essere più o meno buone probabilità di sopravvivenza, che purtroppo diminuiscono rapidamente nei minuti seguenti. Perciò è prima di tutto assolutamente necessario portarsi appresso (sempre) almeno tre cose: l’ARVA (cioè il barryvox – acceso e con le batterie almeno al 50%), la pala e la sonda.
E’ stata la brava guida alpina Moreno Demonti a inculcarci in modo semplice e convincente le regole principali. Prima di tutto lasciare tra uno sciatore e l’atro una distanza di sicurezza, se dovesse staccarsi una valanga, se possibile e si è in discesa, cercare una via di fuga laterale. Quando si viene travolti bisogna lasciare subito i bastoni, se possibile “nuotare” cercando di rimanere in superficie, chiudere la bocca e incrociare le braccia davanti al viso affinché ci sia uno spazio per respirare. Le persone non travolte prima di tutto osservano attentamente il punto di scomparsa e la direzione di scorrimento della valanga. In seguito una persona assume il comando, fa spegnere tutti gli apparecchi barryvox. Si comincia subito a cercare guardando il campo nevoso e poi a seconda della situazione si cerca con l’aiuto di uno o più barryvox, mentre qualcuno altro allarma la Rega.

Mentre Demonti presentava alcune situazioni scabrose, ho capito subito due cose. Primo: con il pericolo bianco non si scherza. Secondo: se sei sotto la lavina puoi solo sperare che i tuoi compagni sappiano cosa fare, siano attrezzati e veloci. Si tratta quindi di camerateria, ed era questo lo spirito che ha caratterizzato la giornata d’istruzione. Nessuno era sulle nevi del Bernina per vedere come può fare a salvarsi lui stesso, ma per imparare come si possono tirar fuori gli altri. La nostra riconoscenza va soprattutto ai responsabili della Sportiva Palü e ai vari soccorritori in valle, che si mettono a disposizione della comunità. Ringrazio l’organizzatore dell’istruzione valanghe e di varie gite, il giovane selvicoltore Francesco Lanfranchi, figlio di Pax dell’SOS di Lagalb, che quindi lo spirito di soccorritore ce l’ha nel sangue. Ringrazio in modo speciale il bravissimo istruttore, la guida alpina Moreno Demonti, tranquillo, chiaro e sicuro. Ringrazio anche i vari altri membri del comitato della Sportiva Palü e in particolar modo il responsabile del settore montagna Remo Cortesi. Un grazie caloroso va per finire a Davide Marchesi con il suo ottimo cane da valanga e ai suoi compagni del servizio di soccorso, che ci hanno mostrato il lavoro del Labrador addestrato nella ricerca di persone travolte. Tutti ci auguriamo che Davide e il suo cane da valanga rimangano attivi con gli addestramenti, ma che non ci siano emergenze e quindi se ne stiano a casa tranquilli vicino alla stufa. Ho detto a Davide che spero di non aver bisogno di lui, ma che gli sono anche molto grato che ci sia.

Andrea Lanfranchi