Gita Pizzo Scalino 20.03.2016
22 Marzo 2016Gita al Pizzo Scalino della Sportiva Palü Poschiavo
Stagione tutta in salita, o forse è meglio dire difficile, per il settore sci alpinistico della Sportiva
Palü Poschiavo. Poiché per la mancanza di neve, fino a inverno inoltrato, di salite proprio nemmeno
l’ombra. Se per chi pratica lo sci su pista esistono, ormai da anni, gli impianti di innevamento, per gli
amanti dello sci alpinismo la mancanza di neve preclude davvero ogni possibilità di praticare questa
disciplina sportiva, certo dura, ma anche affascinante e completa. Alla fine, quando ormai ci eravamo
quasi rassegnati, ecco che la neve è arrivata abbondante e benefica per uomini, donne e dintorni.
Ecco allora che il popolo degli sci-alpinisti si sveglia e inizia a tracciare le sue traiettorie di salita e le
sue magiche linee di discesa sulla neve fresca. Così siamo arrivati al mese di marzo quando la SPP
propone nel suo programma la gita al Pizzo Scalino, 3323 mt. Un’uscita tosta e impegnativa, non
certo da inizio stagione quando le gambe non sono ancora perfettamente allenate, perché da Selva
dove si parte, alla grande croce in vetta sono quasi 1900 metri di salita. Poi giunti in cima bisogna
ancora mantenere qualche briciola di vigore per affrontare la discesa che a dipendenza della neve
può essere fantastica o oltremodo complessa e faticosa.
Tutto questo per dire che domenica scorsa 20 marzo, alle sei in punto, con una meteo a dir poco
perfetta, ci siamo ritrovati in tredici a Viale per poi salire in automobile fino a Selva. Portati a termine
gli ultimi preparativi, siamo partiti al seguito dei nostri due monitori Christian e Andrea. A Canciano ci
siamo fermati per una prima breve pausa, al termine della ripida salita che passando per Quadrada,
segue la vecchia strada che porta all’alpe. A questo punto la salita diventa più comoda, almeno fino al
Passo di Canciano, dove inizia un vero e proprio muro che richiede una buona tecnica di salita e porta
ad una specie di corridoio che in mette sul ghiacciaio. Qui pure per i frequentatori abituali di questi
luoghi si apre uno scenario che puntualmente ti toglie il fiato. Adagiati in quella dolce conca innevata,
il Pizzo Canciano e più su il Pizzo Scalino si presentano nella loro veste migliore, tanto vicini quanto
suggestivi. Un posto ideale per una seconda breve pausa, per bere qualche cosa, scattare qualche
fotografia e per riprendere forza prima di affrontare l’ultimo tratto di salita. Il colle sotto la vetta del
Pizzo Scalino sembra vicino, è vero ma alla fine si tratta di un ulteriore buona ora di marcia.
Dapprima il ghiacciaio è abbastanza pianeggiante ma poi, poco sotto il colle, la salita si fa più ripida e
a tratti, pure difficoltosa. Il pendio in questi ultimi anni, a causa dello scioglimento del ghiaccio, si è
fatto più ripido e ostico. Non senza qualche difficoltà e con una buona dose di fatica raggiungiamo
tutti il colle. Qui si calzano i ramponi per salire l’ultimo tratto fino i vetta. Sono pochi metri lungo una
cresta innevata, una ventina di minuti durante i quali ogni alpinista vero coglie con ogni respiro
sensazioni, stati d’animo indescrivibili, che convergono, alla fine, in un unico e solo sentimento; tanta
gratitudine di poter vivere in questa Valle e avere soprattutto una buona salute senza la quale non
sarebbe possibile fare tutto questo e salire fino alla Croce, simbolo per questa volta di gioia e
soddisfazione .
Dopo qualche momento in vetta, iniziamo, con cautela, la discesa. Dapprima fino poco sotto il colle,
dove abbiamo lasciato gli sci e dove ci prepariamo per la discesa. All’inizio scendiamo il ripido tratto
iniziale immersi tra decine di sci alpinisti che salgono dalla vicina Valmalenco, come sempre tanto
colorati quanto chiassosi. A questo punto inizia la discesa vera e propria. Un’occhiata alla coltre
nevosa che si presenta regolare e leggermente increspata, ci dice una cosa sola; neve polverosa,
fredda, leggera, perfetta. Fermandoci di tanto in tanto per riprendere fiato e per ricompattare il
gruppo, scendiamo lungo le pendici del Pizzo Canciano per poi imboccare un ripido canalino che
porta nelle vicinanze del Turiglion, l’imponente guglia rocciosa ben visibile anche dal fondovalle. Poi
giù per ripidi pendii tutti coperti da una neve perfetta. Quasi troppo in fetta ci ritroviamo a Canciano
per poi proseguire la nostra discesa verso Selva seguendo perlopiù la strada. Poco dopo siamo tutti al
bar per una birra più che meritata e per rivivere le emozioni di questa ulteriore e grande giornata di
sci alpinismo senza scordarci di ringraziare le nostre due guide Christian e Andrea. Poi dicono che il
numero tredici porti sfortuna.
Franco Liver