Stagione salvata per Natascia Leonardi Cortesi

11 Maggio 2013

Mai capitolare di fronte all’infame destino

Una passione immensa per lo sport spinge Natascia Leonardi Cortesi a provarci sempre, a sfidare se stessa e dare il massimo in ogni competizione.

Così, nonostante lo sfortunato incidente al ginocchio, è riuscita a concludere una stagione degna di nota con diverse vittorie e importanti piazzamenti.

Per la sciatrice di Cologna l’inverno agonistico 2012/2013 è stato segnato da una caduta estiva con la mountain bike. La ferita alla borsa del ginocchio, scampata l’operazione, ha comunque influito nelle prestazioni degli ultimi mesi. “Ho impiegato molto a riprendermi dall’infortunio e rispetto all’anno scorso ho partecipato a meno gare. Comunque, non posso star qua a lamentarmi troppo, la stagione è andata molto meglio di quello che mi ero immaginata dopo essermi fatta male. Considero positivo il fatto che ci sono stati via via dei piccoli miglioramenti gara dopo gara”.

La prima prova a dicembre è andata molto bene: un’inaspettata vittoria alla Sgambeda sul percorso corto. Prova superata e fiducia ritrovata. “La vittoria a Livigno nella mezza maratona è stata una piacevole sorpresa che mi consolava di non riuscire ancora a sciare per molti chilometri”.

Per tutta la stagione il ginocchio ha continuato a infastidirla, specialmente negli sforzi prolungati, ma  i risultati sono tuttavia arrivati. Prima nelle gare di sci di fondo a Maloja a fine dicembre e in Val Bedretto a gennaio, vittoria con gli sci d’alpinismo ad Airolo a metà febbraio; seconda piazza alla Sprint Val da Camp e alla Cima Piazzi Mountain Raid (metà febbraio). Inoltre, da metà gennaio è riuscita per la sua (e la nostra) gioia a portare a termine con gli sci di fondo una gara sulla lunga distanza. Ha affrontato i 42 km della Dolomitenlauf, valevole per la Fis Marathon Cup, arrivando in ottava posizione, stesso risultato conseguito al traguardo dei 54 km de La Transjurassienne. Ottimo poi il terzo posto alla Gommerlauf, gara facente parte dell’Euroloppet e Swissloppet, purtroppo battuta solo in volata.

Il 10 marzo all’Engadin Skimarathon la carica agonistica era quella giusta e molte erano le motivazioni per far bene, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. “Sono partita bene, ma dopo 4 km sono caduta a causa di un uomo che per evitare una depressione della pista mi è venuto addosso. Mentre ero a terra, molti fondisti mi hanno superata. Ho sì recuperato, ma, con le condizioni della pista così veloci e con salite strette, è stato molto difficile sorpassare.” All’arrivo 14. piazza; alla fin dei conti, non così male.

A marzo è quindi volata a Rybinsk in Russia dove ha corso la Demino Ski Marathon inclusa nel circuito Worldloppet. Ottime le prestazioni: nella 50 km a skating è arrivata al 7. rango. “Su un percorso difficile ho avuto una crisi intorno al 20. km, poi negli ultimi 10 km sono riuscita a rimontare posizioni e raggiungere un risultato che mi rende felice”. Nella seconda gara di 25 km è arrivata al 5. posto, un risultato inaspettato a tecnica classica: “Non faccio molte gare in questo stile, a causa della mano che mi fa sempre male da quando sono stata morsa da un cane. Per questo motivo la prestazione di Demino è stata una gradevole sorpresa”.

A quanto pare c’è un rapporto veramente particolare fra Natascia e la Russia; probabilmente la valposchiavina si sente in sintonia con quegli ambienti: “Ho corso molte gare di Coppa del Mondo in Russia e spesso mi sono trovata molto bene. Mi sento a mio agio sciando su quel genere di neve. È qualcosa che non so spiegare di preciso”. È una specie di simpatia quella di Natascia: “Mi ha sempre affascinato molto, ma solo negli ultimi anni ho avuto modo di conoscere più a fondo questa nazione, molto profonda nei suoi pensieri, con una mentalità né europea né asiatica ma semplicemente russa, e i suoi usi e costumi. E più la conosco, più mi piace. Ho imparato pure la loro lingua che mi è utile anche sulle Alpi; infatti, alla Mezzalama, una classica dello sci alpinismo, farò da supporto ad alcune squadre provenienti dalla Russia”.

Per tutta la stagione il ginocchio ha continuato a infastidirla, specialmente negli sforzi prolungati, ma  i risultati sono tuttavia arrivati. Prima nelle gare di sci di fondo a Maloja a fine dicembre e in Val Bedretto a gennaio, vittoria con gli sci d’alpinismo ad Airolo a metà febbraio; seconda piazza alla Sprint Val da Camp e alla Cima Piazzi Mountain Raid (metà febbraio). Inoltre, da metà gennaio è riuscita per la sua (e la nostra) gioia a portare a termine con gli sci di fondo una gara sulla lunga distanza. Ha affrontato i 42 km della Dolomitenlauf, valevole per la Fis Marathon Cup, arrivando in ottava posizione, stesso risultato conseguito al traguardo dei 54 km de La Transjurassienne. Ottimo poi il terzo posto alla Gommerlauf, gara facente parte dell’Euroloppet e Swissloppet, purtroppo battuta solo in volata.

Il 10 marzo all’Engadin Skimarathon la carica agonistica era quella giusta e molte erano le motivazioni per far bene, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. “Sono partita bene, ma dopo 4 km sono caduta a causa di un uomo che per evitare una depressione della pista mi è venuto addosso. Mentre ero a terra, molti fondisti mi hanno superata. Ho sì recuperato, ma, con le condizioni della pista così veloci e con salite strette, è stato molto difficile sorpassare.” All’arrivo 14. piazza; alla fin dei conti, non così male.

A marzo è quindi volata a Rybinsk in Russia dove ha corso la Demino Ski Marathon inclusa nel circuito Worldloppet. Ottime le prestazioni: nella 50 km a skating è arrivata al 7. rango. “Su un percorso difficile ho avuto una crisi intorno al 20. km, poi negli ultimi 10 km sono riuscita a rimontare posizioni e raggiungere un risultato che mi rende felice”. Nella seconda gara di 25 km è arrivata al 5. posto, un risultato inaspettato a tecnica classica: “Non faccio molte gare in questo stile, a causa della mano che mi fa sempre male da quando sono stata morsa da un cane. Per questo motivo la prestazione di Demino è stata una gradevole sorpresa”.

A quanto pare c’è un rapporto veramente particolare fra Natascia e la Russia; probabilmente la valposchiavina si sente in sintonia con quegli ambienti: “Ho corso molte gare di Coppa del Mondo in Russia e spesso mi sono trovata molto bene. Mi sento a mio agio sciando su quel genere di neve. È qualcosa che non so spiegare di preciso”. È una specie di simpatia quella di Natascia: “Mi ha sempre affascinato molto, ma solo negli ultimi anni ho avuto modo di conoscere più a fondo questa nazione, molto profonda nei suoi pensieri, con una mentalità né europea né asiatica ma semplicemente russa, e i suoi usi e costumi. E più la conosco, più mi piace. Ho imparato pure la loro lingua che mi è utile anche sulle Alpi; infatti, alla Mezzalama, una classica dello sci alpinismo, farò da supporto ad alcune squadre provenienti dalla Russia”.